Tenue la luce
Tenue la luce dal chiarore ancor vago,
rifulge tra i flutti in mattinale brezza
qual sospiro piangente al risveglio del lago,
solo a mirarlo allontana tristezza.
Chiara s'innalza d'intorno ogni vetta
ch’alle rive del Garda appare carezza
come ogn’infante da sua madre aspetta.
Alto nel cielo ogni albero staglia,
con silenzioso passo in su banchina diletta
raggiunger la barca nell’acqua di Fraglia
per disligar le cime e liberar l’ormeggio
lesti a partir come un fuoco la paglia
guardo alle manovre a prevenir lo peggio
un rombo di motor per iscoprir se giusto gira
tosto, lasciato il molo e con sottil beccheggio
sull’onda dondolando la barca a dritta vira,
a lato la schierata di consimili natanti
che come battaglion Mar Lisa ammira
dentro e più al largo e di nuovo più avanti
finché col giusto soffio raggiungeci lo vento
porgendo la speranza che tutto il lago ammanti
ecco arriva, dal brivido al collo pur lo sento.
S’alza fileggiando candida la Randa
quand Eolo fa sentir sovr’essa ‘l suo portento
e ‘l fiocco addietro lei steso rimanda
fila lo scafo sull’onda dondolando
crespante fa la poppa l’acqua passanda.
Avanza assai veloce la vela cazzando
che ‘l lago manda spruzzi fin sul ponte
“pronti alla vira” s’ode audace il comando
Ennio al timone par più di Caronte
“viro” ribatte, adocchiando la sponda
scorgendo nel vento mirabile fonte
di giusto percorso sui tratti dell’onda.
Passa la Randa da parte a parte,
segue lo fiocco che strallo circonda.
Di navigar li nostri appresa han l’arte
chi più recente e chi ancor prima
di certo con lo studio sulle carte,
ma ben di più viaggiando di bolina
quando la barca sbanda e più si piega
puciandovi nel lago perfin la balumina
e come non s’affondi non si spiega,
al punto che la ciurma presto arranca
la scotta al verricel veloce slega,
e allinear così la dritta con la manca.
Ma ‘l vento che più pria piegò la palma
orlando il lago di frizzante schiuma bianca
presta ha lasciato il posto a piatta calma
segno ch’è del ritorno l’ora è giunta
per ristorare al porto corpo e alma.
Le vele blandi e molli al lasco stanno
e niuno nel pozzetto proferisce favelle
stormi d’augelli a filo d’acqua vanno
pure codesta giornata conterem tra le belle
lasciato al mondo secco stanchezze e affanno
ci troverem la sera a rimirar le stelle.